Commento alla presentazione di “Tre giorni nella vita” presso la Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia del 29 settembre 2020
Una serata ieri densa di emozioni, di partecipazione empatica alle storie dei 41 protagonisti delle interviste condotte dallo scrittore e raccolte nel suo testo. Interviste molto particolari, non quelle consuete in cui spesso domande e risposte sono già concordate e costruite. No, Massimo Baraldi ha chiesto “semplicemente” – si fa per dire – agli uomini e alle donne intervistati/e di parlare di tre giorni della loro vita, il più bello, il più brutto, quello così così. La richiesta apparentemente più semplice, ma in realtà la più difficile perché ti obbliga a riguardare in prospettiva tutta la tua esistenza e a far emergere il vissuto che è dentro di te. Ne deriva uno spaccato di grande umanità, di gioie e di dolori, di sogni, di aspirazioni, di rinunce. Storie poste le une accanto alle altre, uniche, eppure simili, perché fatte di quella sostanza materiale e immateriale che costituisce l’umanità. Le persone intervistate hanno rivestito o rivestono ruoli apicali nell’arte, nello sport, nell’imprenditoria, nelle loro professioni, alcune sono più note, altre meno al grande pubblico, alcune sono dei veri e propri personaggi della nostra epoca, ma non sono diverse da quelle sconosciute, con posizioni meno in vista nella società. Perché tutta l’umanità è fatta di questo: vittorie e cadute, sorrisi e lacrime. Il fil rouge che lega le 41 interviste o 41 racconti è formalmente quello dell’intervista, ma il vero fil rouge che le lega in profondità è che attraverso la narrazione di eventi, di ricordi, situazioni varie emerge una emozionante narrazione del sé, un mettersi a nudo, un rivelare in modo più sintetico o più esteso la parte più intima di se stessi. Storie tutte belle, anche quelle drammatiche. Storie emozionanti. Storie da leggersi. Un libro per tutte le età, ma soprattutto per i giovani, per accostarli a quei protagonisti del nostro tempo di cui non si parla molto o non si parla affatto, ma anche perché questo testo rappresenta una grande lezione di vita.
Ogni narrazione è costruita come un 45 giri con il suo lato A (il giorno bello) – il suo lato B (il giorno più brutto) e il Bonus Track – il giorno così-così, quello che costituisce tra i due estremi la quotidianità, la normalità, la vita, insomma, con i suoi alti e bassi, quella della continua “resilienza”.
Solo un Autore di estrema sensibilità come Massimo Baraldi poteva raccogliere queste testimonianze e restituircele nella loro integrità e bellezza.
Anche ieri sera è stata con noi l’Assessora alla Pubblica Istruzione Diana Carosella, vicina per disponibilità e sensibilità a queste iniziative.
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© Carmen Matarazzo per il Gruppo di Lettura Stabiae – Associazione Achille Basile, 30 settembre 2020