Massimo Baraldi: «La fiaba di Burton è da vedere e rivedere»

Massimo Baraldi è un giovane scrittore e traduttore dal russo. Ha di recente pubblicato il romanzo «One for the road – Soliloquio da bancone in 19 giri e un brindisi» per le edizioni del Foglio Clandestino, con una prefazione scritta da Jack Hirschman, ultimo poeta e icona vivente della Beat generation. Alla sua traduzione dell’opera di Vladimir Majakovskij «Per la voce», pubblicata dall’editore Ignazio Maria Gallino, è stato conferito il «Premio nazionale Gianfranco Fedrigoni» nel 2003.

SB: Quale spettacolo ha già messo in agenda?
MB: Il film «La sposa cadavere» di Tim Burton. Un’antica fiaba russa viene proposta in modo assolutamente stupefacente: nella pellicola riescono a convivere poesia, eleganza, musica di qualità e risate che riportano lo spettatore direttamente al miglior Walt Disney. L’ho già visto, ma una volta sola non basta.

SB: Quale mostra segnala?
MB: «War is over» 1945- 2005. La Libertà dell’arte, da Picasso a Warhol a Cattelan, alla Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo. Non sono ancora andato, ma sino al 26 febbraio c’è tempo. Artisti come Francis Bacon e Paul Klee riflettono sull’idea di “Libertà”, e chissà che non riescano a far riflettere anche noi.

SB: C’è un libro da acquistare in libreria?
MB: «Little boy blue» del recentemente scomparso Edward Bunker. Le memorie di un bravo ragazzo, che il caso e le scelte hanno condannato a vivere pericolosamente. Il libro è del 2003, quindi non propriamente una novità, ma di sicuro in pochi hanno avuto il tempo di leggerlo.

SB: C’è un libro da rileggere in biblioteca?
MB: «Morte a credito», di Luis-Ferdinand Céline. Una scrittura pirotecnica, un senso dell’umorismo irresistibile, la capacità di condensare in poche righe le sfaccettature più imbarazzanti dell’animo umano fanno di questo libro un capolavoro assoluto. Da leggere e rileggere.

SB: Ha un’idea per rilanciare Como?
MB: Non credo esistano ricette miracolose, ma sono convinto che il contributo attivo dei suoi abitanti sarebbe fondamentale. Molto spesso ci si siede ad aspettare che qualcuno faccia qualcosa, o ci si azzuffa in nome di interminabili polemiche: non so se sia giusto o sbagliato ma, in attesa di risultati concreti, qualcosa per Como potremmo farlo tutti quanti anche solo imparando ad amarla e rispettarla un po’ di più.

SB: Se dovesse curare una guida turistica, quale itinerario “comasco” inserirebbe?
MB: Basta salire su un battello e prendere una qualunque direzione per ritrovarsi, dopo pochi minuti di navigazione, a bocca aperta e senza fiato. Appena sbarcati, in una località a caso, ci si potrebbe poi attardare in un buon ristorantino.

© Stefania Briccola

[Da “La Provincia” del 07 dicembre 2005] SEI CONSIGLI D’AUTORE – a cura di Stefania Briccola