I versi del titolo sono tratti da Per la voce (Dlja Golosa) di Vladimir Majakovskij, libro progettato da El Lisitskij nel 1923. Quei versi prefiguravano il ruolo straordinario che il piccolo libro avrebbe rappresentato: un esempio di rinnovamento radicale e al tempo stesso uno dei vertici espressivi della tipografia del Novecento.

Per la voce è stato pubblicato oggi in una edizione in fac-simile da Ignazio Maria Gallino Editore come primo volume della collana “Multipli” che prevede la pubblicazione in fac-simile di rarità bibliografiche, esemplari unici o rari e antichi manoscritti. Si tratta di due volumetti di 64 pagine, formato 13×19 cm raccolti in un cofanetto; il primo volume è la riproduzione dell’originale stampato a Berlino nel 1923, il secondo contiene la traduzione dal russo di Massimo Baraldi, note biografiche e bibliografiche e un’antologia di scritti sul libro. “Per la voce” è stato stampato a Milano dalle Grafiche Nava nell’ottobre del 2002 in una tiratura limitata a mille esemplari numerati.

Per la parte tipografica l’edizione è stata curata da Felice Nava, Bruno Oliva e Armando Pogliani. Con questa edizione Ignazio Maria Gallino Editore ha vinto il “Premio Nazionale Gianfranco Fedrigoni” per l’editoria di pregio per il biennio 2001/2002 nella sezione “Altre opere editoriali”.

Del contesto storico e culturale in cui il libro è stato prodotto si parla nell’articolo precedente, riportiamo invece dall’antologia di scritti nel volume allegato un’intervista data da Lisitskij il 19 febbraio 1939 su come nacque “Per la voce”.

“Alla fine del 1922 venimmo a sapere che Majakovskij sarebbe venuto da noi in volo. Ciò era caratteristico di Majakovskij, utilizzava sempre i più nuovi mezzi di trasporto. Majakovskij mi rivelò che le Edizioni di Stato avevano intenzione di pubblicare il suo libro. Allora esisteva a Berlino una filiale delle Edizioni di Stato. Egli mi fece la proposta di incaricarmi della ideazione grafica del libro di cui era l’autore e Lilia Brik la redattrice.

Scegliemmo 13 poesie. Il libro era destinato alla recitazione. Per facilitare al recitatore un più rapido ritrovamento della singola poesia, mi venne l’idea di applicare il principio della rubrica (cioè l’ordine alfabetico). Vladimir Vladimirovič fu d’accordo.

Solitamente le nostre edizioni venivano stampate in tipografie grandi. Il redattore-capo tecnico Saponi trovò per noi una tipografia piccola. Disse: “È una faccenda arrischiata, sarà meglio che lavoriate in una tipografia piccola, vi staranno a sentire di più”. Il compositore era un tedesco. Egli componeva in modo assolutamente meccanico. Per ogni pagina gli avevo fatto uno schizzo. Pensava che eravamo matti. Durante il lavoro la direzione della tipografia e i compositori erano affascinati da questo insolito libretto e capirono che anche il contenuto di questo originale lavoro doveva essere importante. Chiesero spiegazioni. E io tradussi loro i versi.

In diversi giornali tedeschi e francesi erano state pubblicate fotografie di questo libro… Nel caffè Nollendorfplaz al libro Per la voce venne dedicata una serata particolare. Viktor Sklovkij presentò il libro. La serata fu molto tempestosa. Tra le impressioni collegate all’atmosfera di questi “venerdì”, mi ricordo del discorso di Andrei Belyj contro la rivista “Vešo”. Egli definì me e Ehrenburg i “ličinki” (larve) dell’Anticristo”.

| Progetto grafico 2, anno 1, numero 2, dicembre 2003 |

periodico dell’Aiap, Associazione italiana per la comunicazione visiva